Il certificato di esistenza in vita è un documento che serve ad attestare che il soggetto cui il certificato si riferisce sia in vita alla data di rilascio dello stesso documento. La sua consegna avverrà pertanto nei confronti del diritto interessato, dietro una semplice richiesta che può essere effettata allo sportello dell’ufficio Anagrafe del Comune di residenza, presentando un documento di identità in corso di validità. Ma per quale motivo viene richiesto il certificato di esistenza in vita? Quali sono le principali fattispecie in cui può essere domandato?
Anche se i casi ipotetici in cui può essere richiesto il documento sono piuttosto numerosi, è bene rammentare che di solito questo certificato viene richiesto per poter riscuotere alcuni mandati (come quello della pensione), oppure per poter delegare un’altra persona alla riscossione degli stessi mandati, o ancora per utilizzo assicurativo, e così via.
Si tenga conto, a titolo di maggiore delucidazione su tale certificato, che la sua validità è pari a 6 mesi, ma che oltre tale termine temporale può comunque esser considerato valido se il diretto interessato dichiara, sottoscrivendo in calce allo stesso certificato, che le informazioni in esso contenute non hanno subito alcuna variazione.
Ricordiamo infine che nell’ipotesi in cui la documentazione debba essere prodotta nei confronti della pubblica amministrazione e di gestori o di esercenti di pubblici servizi, l’interessato potrebbe sostituire il certificato con un’autocertificazione di esistenza in vita. I privati non sono invece obbligati ad accettare l’autocertificazione, ma possono comunque consentirvi, considerato che dal 2012 i certificati rilasciati dalla pubblica amministrazione devono essere utilizzati esclusivamente nei rapporti tra privati e devono riportare, pena la loro nullità, la dicitura “Il presente certificato non può essere prodotto agli organi della pubblica amministrazione o ai privati gestori di pubblici servizi”.